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Porta
Marina E’
la porta più recente, edificata II secolo
a.C., costruita in calcare del Sarno
e successivamente riparata. La porta presenta due passaggi a volta, chiusi
con porte di legno: quello minore era riservato ai pedoni,
l’altro ai veicoli. La forte
pendenza e l’assenza dei caratteristici solchi
lasciati dai carri nel selciato, fanno supporre che i trasporti di
merci avvenissero da questo lato soprattutto con muli. Basilica La
Basilica è un gigantesco edificio
a tre navate (m. 55
x 24) con ingresso monumentale sul Foro.
Quella di Pompei, che risale al II secolo a.C.,
costituisce l’esempio più antico di questo tipo architettonico, molto diffuso nel mondo
romano. Nel largo vestibolo di ingresso (chalcidicum)
è probabile che avvenissero le pubbliche affissioni. L’interno era
costituito da un’enorme piazza coperta
il cui tetto era sorretto da 28 colonne
in laterizio alte almeno 11 metri.
Da ciò si intuisce come l’edificio fosse usato con funzione anche di
Foro coperto. La decorazione alle pareti era a lastroni di stucco dipinto ad imitazione di
grossi blocchi di marmo policromo. All’interno, sul fondo, si erge
l’imponente facciata del tribunal,
ovvero il seggio dei giudici per l’amministrazione della giustizia,
posto su di un podio alto circa 2 metri.
L’edificio aveva pertanto anche la funzione di tribunale.
Foro
Civile Il
Foro Civile si sviluppò da una
piazza di mercato all’incrocio di vie commerciali regionali, fino a
diventare il centro della piccola
città (VII – VI sec. a.C.); raggiunse le sue attuali dimensioni nel V
sec. a.C.. Il Foro Civile
era il centro della vita
religiosa, politica ed economica di Pompei. La piazza rettangolare (m.
143 x 38) era occupata sul fondo dal Tempio
di Giove, inquadrato ai due lati da archi onorari con
fontane, e circondata sugli altri tre lati da portici a due
piani con colonne in travertino. Alcune
colonne in tufo sul lato meridionale testimoniano una fase più
antica, forse dei primi decenni del I secolo a.C. Al periodo
arcaico va datata, invece, la prima costruzione del Tempio
di Apollo. L’antica pavimentazione a grandi lastre di
travertino fu saccheggiata dopo l’eruzione assieme alle statue,
alcune anche equestri, dedicate a
personaggi imperiali e ad illustri pompeiani. Di fronte al tempio erano
posti gli uffici amministrativi e
politici, quali il Collegio dei Duumviri
e l’Ufficio
degli Aedili. Sui lati lunghi erano posti il Comitium
(seggio elettorale), i mercati di stoffe e di vivande e gli edifici per
i culti imperiali, e sul lato opposto, il carcere, la latrina, i
granai, l’ufficio dei pesi e delle misure e la Basilica.
Sul Foro si affacciano anche le Curie,
ricostruite dopo il 62 d.C., nelle quali era collocata
l’amministrazione municipale.
Casa del Poeta Tragico (4) Scavata negli anni 1824
– 1825, l’abitazione rappresenta una tipica casa
pompeiana con atrio e peristilio. Nel mosaico dell’ingresso è
raffigurato il famoso Cane attaccato alla
catena con la scritta Cave canem
(“attenti al cane”). La decorazione della casa comprendeva dipinti
e mosaici famosi, quasi tutti oggi nel Museo Archeologico Nazionale di
Napoli. Nel tablino erano posti
il mosaico con Attori teatrali
(che ha dato il nome alla casa) e un dipinto con Admeto
ed Alcesti. Nel peristilio si rinvenne il famoso Sacrificio
di Ifigenia; una sala triclinare che si apriva sul
portico era decorata con soggetti mitologici: Venere
con il nido di Amorini, Arianna
abbandonata e Diana.
Casa
del Fauno La
Casa del Fauno ricopre un intero
isolato della città (3.000 mq.).
Per grandezza ed eleganza esula dal mediocre ambiente pompeiano ed è
piuttosto paragonabile alle dimore principesche di Pella,
in Macedonia. Risale al II secolo
a.C: il nome deriva dalla scoperta nell’atrio di una piccola statua in bronzo rappresentante un fauno. Nel 1831 sul
pavimento dell’esedra
nel primo peristilio si rinvenne un enorme mosaico (m. 5,12
x 2,77) raffigurante la battaglia di Issos
(333 a.C.) fra Alessandro Magno e Dario
III di Persia. Si tratta probabilmente
della copia a mosaico di un famoso dipinto del pittore greco Filosseno
(IV secolo a.C). Per eseguirla occorsero un milione e mezzo di tesserae.
Casa dei Vettii (6) La Casa dei Vettii mostra la raffinatezza raggiunta dalla ricca borghesia pompeiana nel I secolo d.C.. Dall’ingresso, dove è dipinto un Priapo, si passa nell’atrio tuscanico, dove erano esposte le arche di legno con il tesoro di famiglia. Tre ampie stanze si aprono sul giardino: la Stanza di Issione mostra quadri di amori infelici, come quello di Pasife per il toro di legno scolpito da Dedalo, unione dalla quale nascerà il Minotauro; la Stanza di Penteo mostra Eracle che strozza i serpenti, il Supplizio di Penteo e il Supplizio di Dirce; la grande sala triclinare è la più raffinata di tutte: mostra lunghi fregi a fondo nero con amorini intenti in attività di profumieri, di orafi, di vinai etc. Sul lato nord della casa vi è, in corrispondenza dell’atrio, una cucina con gabinetto erotico.
Casa degli Amorini Dorati (7) In questa casa è avvenuto il
rinvenimento, in uno dei cubicoli, di dischetti
di vetro con amorini incisi su foglia di oro e inseriti
nella parete dipinta. I proprietari appartenevano alla famiglia di
Poppea, seconda moglie di Nerone.
L’ambiente più caratteristico é il giardino,
originariamente decorato con sculture di marmo, dischi
penduli (oscilla), erme e
maschere teatrali. Il sacello domestico (lararium)
era dedicato a divinità orientali, dipinte sulla parete: Iside,
Serapide ed Arpocrate.
Particolarmente elegante la decorazione del salone nero, restaurata
dopo il terremoto del 62 d.C..
Terme
stabiane Le
Terme Stabiane sono le più antiche
di Pompei. La denominazione deriva dalla loro disposizione
all’incrocio della Via dell’Abbondanza
con la Via Stabiana. Furono
costruite nel II secolo a.C., ampliate con l’insediamento della
colonia romana, ristrutturate in età imperiale e restaurate in seguito
al terremoto
del 62 d.C.. Al momento dell’eruzione i lavori di restauro
erano ancora in corso e quindi l’edificio non era agibile.
Dall’ingresso principale si accedeva direttamente alla palestra,
circondata da un portico colonnato; qui è presente una piscina
scoperta (natatio) e un
vasto ambiente adibito a spogliatoio e sala per detergersi (destrictarium).
L’impianto è suddiviso in sezione maschile e sezione femminile, con
la tipica successione di frigidarium,
tepidarium, e calidarium.
Lo stato di rovina, dovuto al terremoto del 62 d.C., consente di
comprendere bene come il calore circolasse nell’intercapedine delle
pareti (concameratio), realizzata
con distanziatori (tegulae mammatae
e tubuli), mentre quella del
pavimento era rialzata da quest’ultimo su pilastrini (suspensurae).
Per avere maggiori informazioni sulla città romana sepolta dalla furia del Vesuvio visita il sito www.PompeiSepolta.com/. Troverai tante notizie storiche sulla vita della città, sulla tipica abitazione all’epoca dei romani, sul sistema di educazione dei giovani pompeiani, sui giochi, gli sport e l’ars amatoria dei nostri antenati. Dalla sezione Visita agli Scavi potrai accedere direttamente nell’area archeologica ed entrare, virtualmente, nelle case, nelle piazze, negli edifici sacri e in quelli pubblici, scoprendo i segreti di una città resa immortale da un evento tragico che disseminò morte e terrore su tutto il territorio circostante.
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