Itinerario - 1° parte

 

 

Porta Marina (1)

E’ la porta più recente, edificata II secolo a.C., costruita in calcare del Sarno e successivamente riparata. La porta presenta due  passaggi a volta, chiusi con porte di legno: quello minore era riservato ai pedoni, l’altro ai veicoli. La forte pendenza e l’assenza dei caratteristici solchi lasciati dai carri nel selciato, fanno supporre che i trasporti di merci avvenissero da questo lato soprattutto con muli.

 

Basilica (2)

La Basilica è un gigantesco edificio a tre navate (m. 55  x 24) con ingresso monumentale sul Foro. Quella di Pompei, che risale al II secolo a.C., costituisce l’esempio più  antico di questo tipo architettonico, molto diffuso nel mondo romano. Nel largo vestibolo di ingresso (chalcidicum) è probabile che avvenissero le pubbliche affissioni. L’interno era costituito da un’enorme piazza coperta il cui tetto era sorretto da 28 colonne in laterizio alte almeno 11 metri. Da ciò si intuisce come l’edificio fosse usato con funzione anche di Foro coperto. La decorazione alle  pareti era a lastroni di stucco dipinto ad imitazione di grossi blocchi di marmo policromo. All’interno, sul fondo, si erge l’imponente facciata del tribunal, ovvero il seggio dei giudici per l’amministrazione della giustizia, posto su di un podio alto circa 2 metri. L’edificio aveva pertanto anche la funzione di tribunale.

 

Foro Civile (3)

Il Foro Civile si sviluppò da una piazza di mercato all’incrocio di vie commerciali regionali, fino a diventare il centro della piccola città (VII – VI sec. a.C.); raggiunse le sue attuali dimensioni nel V sec. a.C.. Il Foro Civile era il centro della  vita religiosa, politica ed economica di Pompei. La piazza rettangolare (m. 143 x 38) era occupata sul fondo dal Tempio di Giove, inquadrato ai due lati da archi onorari con fontane, e circondata sugli altri tre lati da portici a due piani con colonne in travertino. Alcune  colonne in tufo sul lato meridionale testimoniano una fase più antica, forse dei primi decenni del I secolo a.C. Al periodo arcaico va datata, invece, la prima costruzione del Tempio di Apollo. L’antica pavimentazione a grandi lastre di travertino fu saccheggiata dopo l’eruzione assieme alle statue, alcune anche equestri, dedicate a personaggi imperiali e ad illustri pompeiani. Di fronte al tempio erano posti gli uffici amministrativi e politici, quali il Collegio dei Duumviri e  l’Ufficio degli Aedili. Sui lati lunghi erano posti il Comitium (seggio elettorale), i mercati di stoffe e di vivande e gli edifici per i culti imperiali, e sul lato opposto, il carcere, la latrina, i granai, l’ufficio dei pesi e delle misure e la Basilica. Sul Foro si affacciano anche le Curie, ricostruite dopo il 62 d.C., nelle quali era collocata l’amministrazione municipale.

 

Casa del Poeta Tragico (4)

Scavata negli anni 1824 – 1825, l’abitazione rappresenta una tipica casa pompeiana con atrio e peristilio. Nel mosaico dell’ingresso è raffigurato il famoso Cane attaccato alla catena con la scritta Cave canem (“attenti al cane”). La decorazione della casa comprendeva dipinti e mosaici famosi, quasi tutti oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nel tablino erano  posti  il mosaico con Attori teatrali (che ha dato il nome alla casa) e un dipinto con Admeto ed Alcesti. Nel peristilio si rinvenne il famoso Sacrificio di Ifigenia; una sala triclinare che si apriva sul  portico era decorata con soggetti mitologici: Venere con il nido di Amorini, Arianna abbandonata e Diana.

 

Casa del Fauno (5)

La Casa del Fauno ricopre un intero isolato della città (3.000 mq.). Per grandezza ed eleganza esula dal mediocre ambiente pompeiano ed è piuttosto paragonabile alle dimore principesche di Pella, in Macedonia. Risale al II secolo  a.C: il nome deriva dalla scoperta nell’atrio di una piccola statua  in bronzo rappresentante un fauno. Nel 1831 sul pavimento  dell’esedra nel primo peristilio si rinvenne un enorme mosaico (m. 5,12  x 2,77) raffigurante la battaglia di Issos (333 a.C.) fra Alessandro Magno e Dario III di Persia. Si tratta probabilmente  della copia a mosaico di un famoso dipinto del pittore greco Filosseno (IV secolo a.C). Per eseguirla occorsero un milione e mezzo di tesserae.

 

Casa  dei  Vettii (6)

La Casa dei Vettii mostra la raffinatezza raggiunta dalla ricca borghesia pompeiana nel I secolo  d.C.. Dall’ingresso, dove è dipinto un Priapo, si passa nell’atrio tuscanico, dove erano esposte le arche di legno con il tesoro di famiglia. Tre ampie stanze si aprono sul giardino: la Stanza di Issione mostra quadri di amori infelici, come quello di Pasife per il toro di legno  scolpito da Dedalo, unione  dalla quale nascerà il Minotauro; la Stanza di Penteo mostra Eracle che strozza i serpenti, il Supplizio di Penteo e il Supplizio di Dirce; la grande sala triclinare è la più raffinata di tutte: mostra lunghi fregi a fondo nero con amorini intenti in attività di profumieri, di orafi, di vinai etc. Sul lato nord della casa vi è, in corrispondenza dell’atrio, una cucina con gabinetto erotico.

 

 

Casa degli Amorini Dorati (7)

In questa casa è avvenuto il rinvenimento, in uno dei cubicoli, di dischetti di vetro con amorini incisi su foglia di oro e inseriti nella parete dipinta. I proprietari appartenevano alla famiglia di  Poppea, seconda moglie di Nerone. L’ambiente più caratteristico é il giardino, originariamente decorato con sculture di marmo, dischi  penduli (oscilla), erme e maschere teatrali. Il sacello domestico (lararium) era dedicato a divinità orientali, dipinte sulla parete: Iside, Serapide ed Arpocrate. Particolarmente elegante la decorazione del salone nero, restaurata dopo il terremoto del 62 d.C..

 

Terme stabiane (8)

Le Terme Stabiane sono le più antiche di Pompei. La denominazione deriva dalla loro disposizione all’incrocio della Via dell’Abbondanza con la Via Stabiana. Furono costruite nel II secolo a.C., ampliate con l’insediamento della colonia romana, ristrutturate in età imperiale e restaurate in seguito al  terremoto del 62 d.C.. Al momento dell’eruzione i lavori di restauro erano ancora in corso e quindi l’edificio non era agibile. Dall’ingresso principale si accedeva direttamente alla palestra, circondata da un portico colonnato; qui è presente una piscina scoperta (natatio) e un  vasto ambiente adibito a spogliatoio e sala per detergersi (destrictarium). L’impianto è suddiviso in sezione maschile e sezione femminile, con la tipica successione di frigidarium, tepidarium, e calidarium. Lo stato di rovina, dovuto al terremoto del 62 d.C., consente di comprendere bene come il calore circolasse nell’intercapedine delle pareti (concameratio), realizzata con distanziatori (tegulae mammatae e tubuli), mentre quella del pavimento era rialzata da quest’ultimo su pilastrini (suspensurae).

 


- Uno sguardo nella storia - Una città senza tempo - Itinerario - 2° parte -

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