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da:
lorettalupo@libero.it   (inviato il, 4-giu-01 19.14.30 )
Soggetto: Re: Rif: Re: Rispondo a Giacomo e a Stefania
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Messaggio:

> >
> > Sono conscia del fatto che apparentemente la mia domanda può
apparire fuori luogo. Questo forum è nato per parlare di "libri
elettronici".
> Ma chi batte sulla tastiera?
> La mia domanda era per cercare di capire se all'alba di questo nuovo
millennio, oltre al modo per descrivere emozioni e pensieri, sia
cambiato anche il "soggetto" creativo.
> Forse un pò si.
> Anche se si può essere tristi e tormentati con un portatile al
seguito.
> Un buon lavoro a tutti Stefania.
> >
Ciao Stefania, io sono Loretta. Non credo che sia cambiato il soggetto
creativo. Non credo sia cambiato assolutamente nulla nell'uomo. Anche
io con il mio portatile al seguito ho provato momenti di sconforto, ma
anche, innumerevoli, di felicità. Esattamente quando non avevo il
portatile, nè il computer a casa e a scuola. L'elaboratore è solo un
amplificatore dell'individuo, dei suoi pregi e dei suoi difetti. La mia
scrivania elettronica è incasinata esattamente come quella di legno: vi
giacciono almeno cinque lavori contemporaneamente e, come prima, molti
rimangono incompiuti. Dice Eco che vi sono momenti, e labvori di
scrittura, in cui è necessario avere una macchina superveloce che ti
consenta di lavorare in piena libertà mentale senza l'ostacolo
materiale della carta e della penna; vi sono altri momenti in cui non
solo devi scrivere con la penna, ma per certe cose, con una determinata
penna e su quella carta di sempre. Io lo so bene perchè per certi
lavori DEVO avere una penna sottilissima e con inchiostro verde, la
carta deve essere una velina. Il problema della scrittura elettronica
secondo me è un altro: adoperare il computer come una macchina da
scrivere, oppure come una parte di te. Io ero solita, in estate,
scrivere i miei lavori sul grande tavolo del mio porticato: era pieno
di libri da consultare, tantissimi blocchi di carta e penne di
svariati colori. A settembre, quando iniziavano le grandi piogge ed il
freddino, copiavo i miei scritti estivi al computer. Adoperavo il
computer per fare la "bella copia". Un'estate non ho lavorato come al
solito perché avevo i muratori, così a settembre dovevo ancora scrivere
tutte le mie lezioni: mi sono messa al computer e ...ho scritto...in
piena libertà. Il mio computere non era più una macchina da scrivere ma
uno specchio del mio pensiero. E uno specchio molto severo, forse di
più della carta. Oggi, come dice Eco, ho bisogno a volte del computer,
altre della penna verde e della carta velina. Ma soprattutto
oggi "scrivo" senza nulla: la notte quando non dormo, mentre lavoro in
giardino, mentre cucino ....E non sono folle: parla di questo fenomeno
(la scrittura col pensiero, ma proprio la scrittura, con tanto di
capoversi, paragrafi, lavoro di lima...)StephenKing nella premessa al
Miglio verde. bye loretta


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